Meticolosamente addestrato, l'uomo può diventare il miglior amico del cane... (Ford)

In ricordo di Buio

lunedì 31 gennaio 2011

LA STORIA DI INDIA


India è una pitt bull nata da una cucciolata di un garage. Figlia di genitori poco equilibrati, fu tolta dalla mamma a soli 42 giorni.
I primi problemi comportamentali di India sono stati riscontrati quasi da subito. A soli 4 mesi aveva già un atteggiamento aggressivo e poco socievole con l’uomo e con i propri simili.
La proprietaria di India iniziò cosi a documentarsi  via internet iscrivendosi ad un forum di appassionati ed amatori della razza che le consigliarono una “buona scuola di addestramento”nel napoletano, gestita da una ragazza inglese, che prendeva anticipatamente i soldi delle lezioni. In totale furono fatte solo tre lezioni in quanto la proprietaria si rese conto che non vi era da parte dell’addestratrice nessun interesse a rendere “coppia” la loro unione.
Nel frattempo India cresceva e il suo carattere dominante si rafforzava, a tal punto che la mamma della proprietaria temeva di restare sola con lei.
Iniziarono cosi nuove ricerche per documentarsi.  
Dopo non poche letture di libri, siti, e consigli di possessori della razza, le fu indicata un’altra scuola di Napoli.
Il primo approccio non fu dei migliori e fu consigliato di somministrare ad India dei psicofarmaci in quanto il cane ormai adulto era ritenuto “irrecuperabile”. 

Le fu dato un “libretto di lezioni” che prevedeva che il cane stesse chiuso con altri cani “guida” che le insegnassero  come comportarsi e come rispettare il branco. Unico inconveniente era che, tra tanti, India era l’unica che aveva la museruola. Questi istruttori convinsero la proprietaria a tenerla anche durante l’estate (ovviamente a pagamento) e quando tornò trovò india chiusa in un trasportino, con la museruola, dimagrita e con evidenti segni (croste e cicatrici) sul muso, tosse da canile, febbre e demodettica con la conseguenza di vistose zone “nude” . Si è scoperto in seguito che tutto il periodo di permanenza di India in quella struttura era trascorso cosi come era stata trovata dalla proprietaria.
La museruola le veniva tolta solo di notte, e per prevenire che India se la togliesse da sola,le era stata bloccata con un laccio stretto  legato intorno al capo (ecco i segni sul muso). 

Riportata a casa, il carattere di India diventa quasi ingestibile  anche per la stessa proprietaria. Vengono chieste spiegazioni a questi addestratori che di tutta risposta consigliano o “un altro libretto di lezioni” o addirittura  l’abbandono del cane presso un canile in quanto ormai ingestibile e pericoloso. 

Fortunatamente la tenacia della proprietaria di India contro tutto e tutti continua fino ad arrivare a noi.
Oggi, India è un pitt bull equilibrato, obbediente e ben inserito nel collettivo. Le sono state impartite con amore pazienza e competenza , lezioni di obbedienza, con passo al guinzaglio, il ferma e  l’inserimento con altri cani, indifferenza alle distrazioni e un’eccellente briefing con la sua proprietaria, trasformando il “dovere” in gioco, con l’utilizzo del cerchio degli ostacoli.

Lavorare con India non è stato facile.
Le problematiche di questa piccola sono da ricondursi  ad una serie di fattori genetici ed esterni.
La dominanza e lo scarso equilibrio dei genitori, forse causata dalla totale assenza della linea di sangue, il non vivere i primi due mesi di vita con l’educazione materna hanno portato in India un atteggiamento aggressivo verso tutto ciò che riteneva debole o che potesse in qualche modo presentare delle minacce.
India aveva bisogno di una guida, di un padrone che non si lasciasse “intenerire” dal cucciolino bello e paffuto, ma affrontasse da subito i chiari segnali di disagio che la piccola manifestava. Insieme, cane e proprietaria hanno imparato a capirsi e rispettarsi reciprocamente.
Ovviamente non è da attribuire nessuna colpa alla proprietaria, anzi, c’è da dire che, proprio grazie al suo immenso amore ,alla volontà nel capire e interagire con la piccola, oggi  India è salva. 























L’incompetenza e lo scopo mirato al lucro sulla pelle di questo cane e della sua proprietaria si stavano trasformando nell’ennesimo  “sacrificio”  di un pitt bull, la cui unica colpa era stata quella di non essere capito e di conseguenza non essere aiutato…